Tornata in Olanda, tornata a scrivere sul mio blogghino, che in questa prima parte del 2015 ho completamente trascurato!!
Questo inizio di
anno e’ stato un po’ movimentato: diversi viaggi di lavoro, una promozione di
mezzo, per la quale sono ovviamente molto contenta ed orgogliosa, e poi
riadattarsi ai ritmi della scuola e del lavoro dopo le vacanze di Natale, soprattutto per
i nani.
Ed oggi, dopo
tanti giorni di silenzio, voglio raccontarvi di alcune brevi giornate trascorse
a Roma.
Sono arrivata a
Roma due settimane fa, il giorno successivo alla devastazione di Piazza di
Spagna da parte del gruppo di sbandati dell’Olanda.
Che tristezza,
che amarezza.Che amarezza vedere che un gruppo di persone del paese in cui vivo e’ andato a Roma, e l’ha cosi’ oltragiata.
Che tristezza rendersi conto che quello stesso gruppo di persone nel loro paese, o probabilmente nella maggior parte dei paesi europei, dove le regole vengono fatte rispettare, non si sarebbe probabilmente comportato nel modo barbaro che ha usato a Roma.
Che sconforto avere l’ulteriore conferma che in Italia nessuno paga per i propri errori. Mai.
A dire il vero pero’ mi sono lasciata trasportare: non era questo che volevo raccontarvi.
Volevo rin realta' raccontarvi della conversazione avuta con la figlia di una mia carissima amica, una dolce ragazzina di 15 anni, uno splendido esemplare di adolescente, meravigliosa combinazione di bambina in un corpo di donna, di mente adulta nascosta dietro lo sguardo di una fanciulla.
Mi ha colpito parlare con questa ragazza. Mi ha colpito la sua delusione sulle futuro.
Mentre parlava del suo avvenire, mi ha colpito sentirla gia’ sconfortata sulle possibilita’ che il futuro ha da offrirle: “tanto lavoro non si trovera’ comunque, non importa quale scuola scelga ora”.
E allora mi
domando: ma cosa abbiamo fatto?? Come abbiamo potuto togliere ai nostri ragazzi
la forza di avere un sogno, di illudersi che il mondo ed il futuro che loro
costruiranno sara’ migliore. 15 anni dovrebbe essere l’eta’ in cui i sogni sono
la realta’ di ogni istante.
In quale momento
siamo stati inglobati dalla sotto-cultura del Grande Fratello, iniziata forse
con il Drive In degli anni ’80 – per chi ancora se lo ricorda… -, quando e’
stato che ci siamo distratti e abbiamo lasciato che l’individualismo piu’
spinto ed il qualunquismo assoluto si impossessassero completamente di noi?
Ma soprattutto mi
domando: come possiamo svegliarci? Cosa puo’ diventare la doccia fredda,
ghiacciata che finalmente ci risvegli dal torpore in cui siamo ormai da anni, e
finalmente ci faccia iniziare a fare le cose diversamente? Quand’e’ che
finalmente toccheremo il fondo per iniziare a risalire la china?
E ancora: come
posso regalare ai miei figli quello che per me e’ uno dei doni piu’ grandi, la
capacita’ di sognare, e la capacita’ di credere che se per loro qualcosa e’
davvero importante, possono e devono impegnarsi per ottenerla, per farla
accadere.
Maria Montessori
insegnava che i bambini imparano con l’esempio.
E sapendo questo
la sfida diventa ancora piu’ grande. E il peso della responsabilita’ di non
passare a loro solo la mia tristezza e lo sconforto per fatti come quello del
gruppo di sciocchi olandesi a Roma. Ma l’indignazione per quei fatti,
l’indignazione per il non rispetto degli altri.
E ancora piu’
importante diventa per me testimoniar loro ogni giorno il rispetto che ho per
loro, come individui, perche’ possano imparare che solo il rispetto di se e
degli altri puo’ portare ad una societa’ diversa da quella che oggi abbiamo
creato.
E ancora piu’
importante diventa aiutarli a spiegare le ali della loro fantasia, perche’
possano sognare.
Ancora oggi
voglio illudermi e sognare che il mondo che loro costruiranno sara’ migliore.
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