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lunedì 8 settembre 2014

Primi giorni di scuola - sindrome da rientro.

Pubblicato da Vamos a la cumbre alle 10:30 0 commenti
scuola
Sindrome da rientro.

Qui al nord i nani hanno ricominciato la scuola gia' da alcune settimane, il 19 Agosto.
E confesso che per noi italiani, iniziare la scuola (e con essa tutta la routine che ne consegue)  il 19 Agosto, in quello che per noi e' normalmente il culmine delle vacanze, e' decisamente inconsueto.

Per fortuna (si fa per dire...) il clima ci ha aiutati, dato che l'ultima settimana di agosto qui sembrava gia' di essere in autunno inoltrato.

Il nostro rientro quest'anno e' stato poi caratterizzato da un altro importante elemento: quest'anno nanerottolo senior ha iniziato la prima elementare. Durante le vacanze era elettrizzato all'idea di andare in prima e di imparare finalmente a leggere e a scrivere.

Quando poi la tanto attesa prima elementare e' finalmente arrivata... l'eccitazione e' stata ancora alta nella prima settimana, la seconda invece... sono iniziate un po' di tensioni.
E si e' manifestato un bizzarro "mal di pancia", uno di quelli che compaiono la mattina mentre ci si prepara per andare a scuola, ma sparisce mentre si gioca, o addirittura mentre si mangia. Accompagnato da frasi tipo "non voglio mai piu' andare a scuola. Non voglio mai piu' imparare a leggere e a scrivere".

Mi e' sorto quindi un legittimo dubbio: che il mal di pancia fosse totalmente fasullo, e che ci fosse invece qualche problemino a scuola.

Chiaramente nanerottolo senior si e' guardato bene dal rispondere ad ogni domanda anche solo vagamente legato a "come vanno le cose a scuola?".

Quindi ho optato per un'altra strategia: ho provato a mettermi nei suoi panni.

In fondo anche per me le prime settimane di rientro al lavoro non sono state semplici. Anzi a dire il vero, durante la prima le cose non sono andate malaccio: la sindrome da rientro e' stata smorzata dal piacere di ritrovare facce amiche di colleghi che non vedevo da un po'. Ma gia' durante la seconda settimana le cose sono state un po' piu' complicate....

Quindi mi sono domandata: se rientrare a lavoro, in un paese che non e' il mio, con un tempo non proprio dei migliori, dopo 3 settimane di vacanze, e' dura per me, perche' mai non dovrebbe esserlo per il nanerottolo senior? Considerando poi che per lui si aggiunge anche l'ulteriore difficolta' di passare in prima elementare.

Prima elementare significa per lui entrare in classe e sedersi ad un banco, in attesa che la maestra inizia a spiegare "cose importanti", anziche' sedersi ed iniziare a giocare. Significa imparare a leggere e a scrivere - in una lingua che non e' la sua per altro... - forse uno degli elementi piu' forti che distingue i bambini piccoli dai bambini "grandi".
Significa quindi in fondo "diventare grandi".

E di nuovo mi sono domandata: come potrebbe non essere difficile per lui? come potrebbe non essere spaventato, preoccupato o confuso?

E decido che per questa volta, il suo mal di pancia ha ragione di essere. Decido di dirgli che lo capisco, che ha ragione, che imparare a leggere e a scrivere e' una delle cose piu' difficile che una persona debba imparare nel corso della vita.

E parlare dei suoi timori, dargli dignita' di esistere, magicamente li smonta, li rende piu' accettabili, e in fondo meno inquietanti.
E piano piano, giorno dopo giorno, il mal di pancia passa, e la voglia di andare a scuola, e di imparare cose nuove torna, piu' forte che mai.

Grande nanerottolo! Ora il timore che resta da affrontare e' il mio: quello di vederti crescere troppo velocemente.

sabato 27 aprile 2013

Kiki - Consegne a domicilio - al cinema con i bambini

Pubblicato da Vamos a la cumbre alle 01:34 0 commenti
Oggi pomeriggio, vista la giornata grigia, ho portato, insieme ad un'amica, i nanerottoli al cinema (io e la mia amica eravamo in netta minoranza: 2 adulte contro 4 nani, un sfida sempre interessante....).
cinema per bambini
Cinema per bambini

Visto l'orario a cui ci muovevamo l'unico cartone animato che abbiamo trovato era "Kiki consegne a domicilio".
Prima di andare al cinema non sapevo molto di questa storia, poi tornando a casa o cercato qualche informazione in più sul film.

Si tratta di un film d'animazione giapponese del 1989 diretto da Hayao Miyazaki.

Ed in effetti vedere questo film è stato un po' come tornare indietro nel tempo: i disegni semplici (da veri e propri "disegni animati" e non da colossal di animazione stile Cars, o Madagascar, o I Croods), ci hanno fatto venire in mente la dolce e tenera Heidi. Ve la ricordate?

La trama è molto semplice: Kiki proviene da una famiglia di streghe e al compimento dei 13 anni di età deve intraprendere il viaggio iniziatico di noviziato che la porterà a cavallo della sua scopa in una città portuale. Fatta conoscenza con Tombo, un ragazzo appassionato di mongolfiere e aeroplani, e con la fornaia Osomo, alla ragazza non resterà che ambientarsi nel nuovo borgo, sfruttando le proprie abilità per un lavoro che sembra esserle stato cucito addosso: le consegne volanti a domicilio.
(qui potete trovare qualche notizia in più sul film ed il regista)

Niente scontri violenti, niente azioni mozzafiato; solo il lento scorrere delle cose, il piacere  dell'infanzia di osservare le cose, e di poterne godere felicemente. E lentamente. Molto dolce e poetico.

Questo ci ha fatto un po' riflettere sul tipo di 'cultura' che sta costruendo l'immaginario collettivo futuro dei nostri figli: una cultura dove tutto è sempre frenetico, sopra le righe, esasperato in ogni sua manifestazione. Tutto è sempre a disposizione, subito, senza mai l'attesa (il mitico Cartoonito, o Rai Yoyo, disponibile 24 pre su 24, penso abbiano salvato più volte noi mamme da momenti di esasperazione in cui non sapevamo più cosa inventarci con i piccoli).
Eppure così sembra si perda un po' di magia. La magia di creare le cose, di saperle attendere con pazienza, la magia di goderne davvero con piacere.

Insomma, detto da una mamma super digitale sempre connessa sembra un po' strano... Ma il punto è che mi sono ricordata, ancora una volta, di quanto sia bello ed importante ritagliarsi un po' di tempo per alzare il naso verso il cielo e restare a guardare le nuvole, o le stelle. E di quanto sia importante insegnarlo ai nostri figli.

E voi? Quando è stata l'ultima volta che avete guardato il cielo?

sabato 16 marzo 2013

Basta litigi tra fratelli!

Pubblicato da Vamos a la cumbre alle 19:43 2 commenti
Bambini che litigano
Fratelli che litigano

Come fermare i litigi tra due fratelli?

Stamattina i nanerottoli si sono svegliati presto, pieni di energie... e di voglia di litigare!
Alle 10.00 li avevo già separati almeno 3 volte, perché entrambi volevano giocare con la stessa macchinina, o disegnare con lo stesso colore, quando naturalmente ne avevano a disposizione altri.... 1000!


Fratelli che litigano
Fratelli litigiosi
A volte non è semplice la vita con due nanerottoli maschi: sembra di avere due galli in un pollaio che litigano per mostrare la propria forza, la propria capacità di attirare l'attenzione degli altri. Sembra vogliano "segnare il territorio" in continuazione.

Stamattina, mentre cercavo dei disegni per la festa del papà da colorare (a brevissimo un post al riguardo!), ho trovato, sul sito "www.scuola-da-colorare.it" ho trovato alcuni disegni da colorare che rappresentano le regole da rispettare in classe.
Ed ho trovato questo disegno che mi sembrava facesse proprio al caso nostro:
Bambini che giocano senza litigare
Le regole da colorare dalla "Scuola da colorare"

Ho messo i nanerottoli subito al lavoro: dopo 5 minuti il grande urlava al piccolo perché aveva preso i "suoi" colori (2 pennarelli sui circa 50 a loro disposizione...). Ho provato a spiegargli di nuovo il senso del disegno, e alla fine, non so se l'hanno davvero capito, però almeno hanno trascorso il resto della mattinata insieme tranquilli a colorare. Abbiamo concordato di appendere il disegno della regola del non-litigio in camera, così quando litigheranno per qualcosa potranno ricordarsi della regola. Speriamo!

Questo post partecipa al blogstorming del mese di Marzo, con tema "Sfide quotidiane e strategie di sopravvivenza"

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